Intervista a Sina dei From The Vastland

Piccoli estratti dal prossimo numero di Porrozine...


I From The Vastland sono la creatura di Sina Winter, l'unico musicista black metal in Iran. La sua infinita passione e la sua caparbietà, unita agli sforzi dei creatori del documentario "Blackhearts" di cui è protagonista, lo hanno portato a trasferirsi in Norvegia per fuggire dalla morsa del regime iraniano e dar finalmente sfogo alla sua creatività, senza limiti. Questo è solo un microscopico estratto dell'intervista di tre pagine che apparirà su Porrozine numero 8.




Internet ed i social network spesso sono un concentrato di immondizia, ma nel tuo caso mi pare siano stati indispensabili per divulgare la musica del tuo primo gruppo, i Sorg Innkallelse. La cosa che più mi ha colpito è che non potevate rivelare la vostra identità. Mentre di solito le band cercano visibilità, voi non potevate neanche dire ad amici e conoscenti che dietro il corpsepaint c’eravate tu e tuo cugino, fino a quando non avete iniziato a ricevere delle intimidazioni da parte del regime... puoi raccontarmi cosa è successo?

Si, era il 2003 quando iniziai a suonare con i Sorg Inkallelse (poi abbiamo scoperto che la combinazione di queste due parole in norvegese non ha alcun senso, ma avevamo solo un dizionario tascabile inglese/norvegese, ti lascio immaginare!). In quel periodo internet non era parte integrante delle nostre vite, le connessioni erano lentissime e non c’erano i social media di adesso, ma c’erano siti, blog e qualche rivista online. Così, quando abbiamo cominciato con la band sapevamo che non sarebbe stato uno scherzo, era rischioso ed eravamo coscienti che ci avrebbe potuto creare dei problemi, per questo abbiamo deciso di tenere segrete le nostre identità. Ma così potevamo anche vedere come la scena reagiva ai nostri lavori. Per un paio di anni abbiamo pubblicato dischi senza rivelarci. Ricordo quando un amico venne da me e disse “Hey! Ho scoperto un nuovo gruppo norvegese! Si chiamano Sorg Inkallelse, sono pazzeschi, black metal vecchia scuola anni ’90!”. Dopo un po’ tutti parlavano della nostra band, senza sapere che fossimo noi! Era fantastico ascoltare tutti quei commenti. Poi, nel 2006, abbiamo fatto uscire  l’album “Rise Of The Shadows” per la Hexenreich Records e scrissero che eravamo iraniani. Da quel momento iniziarono le interviste, le recensioni, molti siti e molte fanzine internazionali iniziarono ad interessarsi al gruppo e alla fine dicemmo ad un paio di amici che eravamo noi... cosa che si diffuse come una piaga! Fu uno shock per la nostra comunità e non passò molto tempo dalla prima minaccia ricevuta tramite yahoo messenger, poi le cose si fecero più serie con varie mail e telefonate che sono continuate per due anni, anche qui in Norvegia. Ho pure ricevuto una una lettera ufficiale dalla corte in cui chiedono spiegazioni sulla mia attività di musicista dopo l’Inferno Festival, ma è arrivata nella mia vecchia abitazione, io mi ero già trasferito...

Potete contattare Sina tramite www.fromthevastland.com

Il documentario sottotitolato in italiano lo trovate in allegato al libro "Dawn Of The Blackhearts", edito da Tsunami Edizioni in collaborazione con Metal Hammer Italia.