Intervista a Gigio dei SudDisorder

Continuo con il ripescaggio. Anche questa intervista, come quella dei Vento d'Ottobre, risale a circa un annetto fa. Nel frattempo i SudDisorder si sono sciolti, fortunatamente lasciandoci in dono un vinile di rara intensità, al quale ho avuto il piacere di collaborare con le grafiche interne. Vale lo stesso discorso fatto per l'intervista precedente: troppo vecchia per apparire su carta, ma parecchio interessante per finire nel dimenticatoio...


foto di Peppe Pascale


Partiamo da "Città Deserte", registrato nel 2013 e non ancora uscito "ufficialmente". Nonostante questo, mezza Italia conosce a memoria i vostri testi (web power!) e sotto al palco (ma anche sopra, a lato, dietro...) riuscite a creare costantemente il caos. Cos'è successo? Quando avremo il piacere di tenere in mano qualcosa di "materiale" dei SudDisorder? Nel frattempo, avete composto nuovi pezzi?

Bella Porrazzo! qui Gigione... a questo giro mi tocca rispondere! E visto che è per Porrozine, lo faccio con tremendo dispiacere... quasi quasi sento la mancanza della Birra Messina, della colazione con brioche e arancini... vabò, lasciamo stare, parliamo dei SudDisorder!
L’idea era di formare una banda compatta e dinamica, con idee ben chiare fin dall’inizio, soprattutto nel coinvolgimento e nell’impegno personale verso questo progetto. Formazione ridotta a tre strumenti, capaci di soddisfare una sezione ritmica quadrata e semplice con parti cantate più comprensibili ed efficaci, rispecchiando le sonorità e l’influenza della nostra terra e del nostro modo di intendere e vivere la musica. “Città deserte” è il nostro primo lavoro in studio che racchiude un anno di attività e si divide in due parti, due differenti sessioni di registrazione, la prima è una demo di 6 brani registrata a novembre del 2013, la seconda di 5 brani registrata nei mesi seguenti. Insieme vanno a comporre il primo album lungo che uscirà a breve in versione LP e CD, coprodotto da diverse etichette DIY e indipendenti. Come ben dicevi, in rete la storia dei SudDisorder è girata alla grande e abbiamo avuto un ottimo riscontro, abbiamo girato e suonato ripetutamente in lungo e in largo per la nostra penisola, e un mese pieno per la penisola iberica. La banda ha convinto un po’ tutti, forse anche troppo eheheh! E in breve tempo ci siam ritrovati catapultati nel pogo e nello sfracello generale, con microfoni nei denti, gente calpestata e sconnessa, corpi senza vita e calci’n’bocca alla pugliese che non guastano mai! Ai pezzi nuovi ci stiamo lavorando, alternandoci a tutti gli sbattimenti della vita. Bisognerebbe dedicarcisi completamente, invece a volte si è sbattuti in mille cose ed è difficile rimanere concentrati. Comunque siamo ben proiettati per quest’altra annata di iniziative, concerti e strade da macinare!

I vostri testi sono chiaramente politicizzati e credo rispecchino il vostro modo di essere, hardcore inteso come comunicazione antagonista, dal basso. Per voi avrebbe senso suonare punk/hc senza un particolare messaggio? Ognuno fa il cazzo che gli pare, ma voi che ne pensate della marea di gruppi che suona tanto per farlo, parlottando del più e del meno nelle proprie liriche, senza "schierarsi"?

La nostra musica racconta noi stessi e il modo che abbiamo di approcciarci alla vita e al territorio che ci circonda, per noi è un mezzo di comunicazione libero e diretto, fuori dalle logiche del mercato e del capitalismo, è uno strumento necessario per canalizzare la rabbia e il vento di rivolta, contro un sistema che ci rende avviliti e sconfitti. La musica punk/hardcore è supporto all’idea rivoluzionaria, supporto agli spazi antagonisti, complicità e solidarietà attiva a tutta la gente che rinnega una vita da spettatori passivi e sfruttati. Non abbiamo mai pensato a qualcosa di diverso, molte problematiche legate al nostro territorio ci hanno portato a vivere un malessere generalizzato, dalle fabbriche alle città, dalle strade alle nostre famiglie, la vita si incattivisce e di conseguenza la nostra musica trova radici nei movimenti di lotta dal basso, nei momenti di critica radicale e di riappropriazione degli spazi negati, proprio come la storia del movimento punk ci racconta, perché nasceva come risposta ad una società sempre più repressa e militarizzata e ad una scena musicale sempre più di plastica e sempre più "spazzaturizzata". Ci sono tanti gruppi che fanno musica punk/hc e magari sono meno sensibili a certe tematiche e per noi non è un problema o motivo di divisioni, sono vite diverse, scelte diverse, territori diversi. La musica punk come genere musicale, non per forza va circoscritto in certi discorsi, la libertà compositiva di pensiero ci porta a spaziare e ad aprire sempre nuove porte. La musica è bella e immensa proprio perché è libera e non è rinchiusa in gabbie (chiaramente se dici cazzate o scrivi 1300 canzoni d’amore sali sul cazzo a tutti), chi suona non dovrebbe avere gabbie nella testa, dovrebbe avere delle emozioni e dei contenuti da sviluppare e trasformare in musica e la capacità di saperla trasmettere con le vibrazioni giuste, senza distinzioni di stile e di linguaggio… purchè libera, non sterile e fine a se stessa.




La Puglia vanta un posto più unico che raro, mi riferisco alla Masseria Foresta, per chi è addentrato nel "giro" ormai una piccola istituzione. Ti va di raccontarci come e quando è nata e che tipo di iniziative portate avanti al suo interno? Vi ha influenzato in qualche modo l'esperienza della Masseria Maizza?

Inizierei proprio dalla Masseria Maizza di Fasano, solo per il rispetto e l’affetto che un posto del genere ha saputo trasmetterci nel tempo… dieci lunghi anni di esperienze vissute, il caldo, i festival, la passione, il sudore, i sacrifici. "DIY ZONE" era quello che noi quattro pischelli, neanche diciottenni, leggevamo per la prima volta bombolettato sui muri della masseria…. erano gli anni ’90, le nostre prime esperienze nel frequentare un posto autogestito che parlava e comunicava di musica in una formula nuova e speciale per tutti (forse è proprio lì che ci siamo conosciuti, ah Porro?) (confermo! ndP). Servirebbero pagine e pagine per raccontare quei periodi che rimarranno scolpiti nella storia della nostra terra. Ma adesso sono costretto a fare un zumpo spazio-temporale… Nella nostra provincia invece, dopo svariate occupazioni temporanee, dopo lo spartiacque di Genova 2001, dopo trambusti e frattaglie, siamo arrivati ai giorni nostri, agli anni della masseria Valente, poi masseria Foresta... "do it yourself zone" appunto, un posto autogestito negli uliveti di Crispiano, poco distante da Taranto. Una masseria dove ci vivono compagni e compagne e dove è possibile condividere degli spazi dedicati a svariate attività, quali una sala prove (qui provano Hobophobic, SudDisorder, S.F.C e tanti altri), un laboratorio di serigrafia, una zona concerti, un laboratorio per la birra, un uliveto secolare, un forno a legna per la panificazione, ecc... ecc... Uno spazio liberato dai compromessi del business e della merda che ci circonda, un'alternativa di vita possibile fatta di amicizia, condivisione e soprattutto resistenza al mondo tecnologico a al nostro stesso territorio che cade a pezzi sotto i nostri occhi. La Foresta si muove in supporto ai movimenti antagonisti dal basso, contribuendo più o meno attivamente alla solidarietà per i compagni e i territori in lotta. Un progetto che parte da un incontro settimanale dove tutti possono interagire trasversalmente con le varie iniziative e attività che nel tempo hanno creato un percorso di crescita e confronto tra gente vecchia e nuova, alimentando questo spazio liberato e portandolo molto spesso a essere un punto di riferimento e una terra aperta a tutti... veniteci a trovare e fate prima!


L'intervista impaginata per Porrozine #8


Rozz Fest... militanza e cazzeggio, musica e benefit... quanto è faticoso tirare su un evento del genere? E quanto è grande la soddisfazione che si prova dopo 8 anni di fest? Posso chiedervi  chi avete supportato fino ad ora con il ricavo della 2 giorni?

Il Rozz Fest è un'iniziativa partita qualche anno fa, una due giorni di concerti fra gruppi ed etichette indipendenti. L’idea era quella di dare una risposta a quei mesi di chaos del dissesto finanziario al comune di Taranto, alla merda dell’Ilva riversata nella città, agli scandali della monnezza in Puglia. "Dissest Chaos HC-Benefit Fest" è un momento di incontro e di scambio, di riflessione e di solidarietà con i movimenti e i territori in lotta. Sicuramente avere la masseria è stato fondamentale perché ci ha permesso di avere un posto stabile per un evento più grosso che comporta parecchie attenzioni quando si ospita tanta gente a campeggiare. La difficoltà principale per una due giorni così strutturata è quella di far coincidere la disponibilità dei gruppi, le giornate sono sempre a cavallo di ferragosto e la gentaglia è tutta in ferie... nonostante questo, più passano gli anni e più diventa un appuntamento fisso, insieme al Lecce HC e al Mundialito Antirazzista, della contro-estate pugliese. Tutti i compagni e i gruppi che negli anni hanno contribuito e collaborato, lo hanno fatto spontaneamente unendosi alle tematiche del festival, le band hanno suonato a rimborso minimo contribuendo attivamente alla raccolta dei fondi che ogni anno, volta per volta, decidiamo dove indirizzare. Principalmente cerchiamo di assicurarci che il sostegno morale e “monetario” arrivi sempre in mani di compagni, posti e movimenti che hanno più necessità, con spese processuali da affrontare… e sicuramente che siano più affini al nostro modo di essere e di agire.

Dato che suoni anche in altri gruppi, ne approfitto per chiederti se ci sono novità in vista da parte di Hobophobic & SFC...

Dato che suono con tutti e tre posso darti qualche dritta ehehehe! Il 2016 per Hobo e SFC coincide con i 20 e 25 anni di vecchiaia delle bande. Con gli Hobophobic stiamo lavorando ai fezzeggiamenti con qualche pezzo nuovo che registreremo più avanti e che andrà in una raccolta dei nostri più bei pezzi, su LP e CD. Poi suoneremo in giro per la penisola a festeggiare con tutti, belli e brutti, vecchi e nuovi. Con gli SFC ultimamente siamo stati in giro e il disco nuovo è pronto, tutte le grafiche e tutte le sessioni in studio sono finite…stiamo lavorando inoltre ad un video/doc che racconta la storia del gruppo e di questi posti. Anche noi SudDisorder faremo giretti sparsi per concerti e stiamo mandando in stampa il vinile, insieme a quello degli SFC...

L'obbligo finale... cosa ti fa venire in mente la parola "porro"?


Porro? Darietto di Messina e poi... GRINDERCORE ANARCOTRAFFIC! Grazie di tutto fratè! Ci vediamo all’inferno!